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A Rocca San Giovanni sul trabocco Sasso della Cajana ripercorrendo le antiche tradizioni dei pescatori abruzzesi.

#Scoprendo Chieti. Istantanee da Crecchio

Tra le colline teatine nel borgo mediavale di Crecchio visitando il Castello Ducale.

#ScoprendoChieti. Lanciano e il Miracolo Eucaristico

Un itinerario a piedi per le vie della città di Lanciano conoscendo la storia del Miracolo Eucaristico.

Itinerari romani. Da S. Maria in Trastevere al Teatro di Marcello

Assaporando la "Dolce Vita" della capitale in un itinerario a piedi da Trastevere al Teatro di Marcello.

Itinerario a piedi a Spoleto

Tutto il fascino di Spoleto in un itinerario a piedi di un giorno...

domenica 27 aprile 2014

Prova

Prova

venerdì 3 dicembre 2010

Prima tappa: Bologna

Verso la penisola Iberica


Anche quest’anno nel mese di Aprile (2009) è stata concretizzata l’idea ponderata e partorita già da diversi mesi prima. Il nostro pensiero non era più concentrato ad un viaggio in una sola grande metà o città, come già fatto in altre occasioni, bensì quella di organizzare un viaggio leggermente più avventuroso, caratterizzato da continui spostamenti, adattamenti ai luoghi e chilometri macinati con treni e autobus. Recuperando i princìpi ideali dell’Interrail (spostamenti fra diverse nazioni con uso esclusivo di treni), abbiamo scelto di utilizzare mezzi di trasporto semplici e facilmente reperibili. Ci siamo gettati, di conseguenza, sullo spostamento su rotaie e su strada. L’idea di Viaggio come la percepisco io, adesso cominciava a plasmarsi.
La scelta della nazione da visitare è stata votata ad unanimità. Anche per quest’anno, come per il 2008, la Spagna sarà la nazione che visiteremo. Adesso mancava da stabilire il tempo di durata del viaggio e soprattutto le tappe lungo il percorso. L’idea base era nata da una mia proposta di visitare uno dei luoghi maggiormente suggestivi dell’intero globo terrestre: l’Alhambra, la cittadella araba sita all’interno di Granada. Avevo sentito parlare di questo luogo direttamente da mia sorella, che lo aveva visitato diversi anni prima. All’interno della stessa facoltà di architettura, veniva citato questo capolavoro per via delle sue forme di alto pregio architettonico. Insomma, doveva essere assolutamente inclusa nel viaggio! Il vincolo della nostra scelta ci costringeva a designare un tracciato che includesse alla gran lunga l’intera regione dell’Andalusia, e le città limitrofe a Granada. La proposta di base che avanzai era quella di circoscrivere un viaggio basato su sette tappe, con partenza prevista nella città di Malaga: quindi Siviglia, Gibilterra, Cadice, Granada, Valencia e arrivo presso Madrid. La mia inesperienza mi aveva portato alla proposta di un tragitto troppo complicato e decisamente scomodo. Doveva essere ripensato il tutto ed io e Manuel cominciammo a delineare le vie da seguire e i luoghi di pregio da visitare. Non ci basavamo più sulla importanza del luogo e la sua fama a livello internazionale. Adesso andavamo alla ricerca di luoghi suggestivi ed intriganti, rimanendo sempre legati alla scelta di Granada come tappa obbligata.
Ci accorgemmo che la regione dove è situata Granada, cioè l’Andalusia, vanta di ricchezze paesaggistiche, architettoniche. Scenari unici, dove il mare delinea terre emerse cangianti, dove la montagna culla paesini lungo vallate e distese desertiche, dove il sole non tramonta mai!
Cercammo sui motori di ricerca ogni singolo paese, ogni singola città e località situata in questa terra magica. Davamo la stessa importanza a qualsiasi luogo.
Si stava delineando il viaggio. Scoprimmo che Granada disponeva di un aeroporto con voli che decollavano direttamente da Bologna. Sarebbe stata la prima tappa da cui partire. Come secondo luogo avevamo due opzioni: o scegliere di scendere verso la grande città di Malaga, o passare all’interno di paesaggi aridi e peculiari. Tra di essi un piccolo paesino ci fece scegliere la seconda strada: si tratta di Ronda. Da Ronda a Gibilterra ci vogliono meno di due ore di cammino col treno e anche per questo motivo venne scelta la regione anglosassone. Tappa obbligatoria per entrare nel piccolo stato inglese, passare presso La Linea, una città di mare che a me ricordava tanto la mia Pescara. Le ultime preferenze caddero sui centri di Cadice e Siviglia. L’idea che ci affascinava molto, era che Siviglia si trovava a poche ore dal Portogallo e un eventuale salto presso lo stato Atlantico sembrava fattibile. Escludendo il centro di Faro, collocato a pochi chilometri dal confine, decidemmo di salire a nord direttamente nella capitale Lisbona, per poi poter visitare anche in questo caso altri centri limitrofi. La ripartenza con l’aereo in linea retta da Lisbona.
Avevamo le singole tappe, avevamo il denaro, e la voglia di partire non mancava. Ma in quanti saremmo andati all’avventura? Inizialmente in tanti, alla fine i reduci solo tre: io, Manuel e Matteo.


I tre compagni di Viaggio

Prenotammo soprattutto i voli e gli Hotel da noi selezionati con largo mese di anticipo. Spostamenti e occorrenti sarebbero stati pagati sul luogo. Partenza prevista per il 18 Settembre 2010, con ritorno undici giorni più tardi. Stabilimmo anche le giornate da trascorrere in ogni città: Granada 2 giorni; Ronda, mezza giornata; La Linea e Gibilterra, 2 giorni; Cadice, un giorno; Siviglia 2 giorni; Lisbona, Sintra e Cabo da Roca, 3 giorni.
Una scelta intelligente rispettata da tutti e tre è stata quella di fornirsi di un Borsone a spalla, simile a quello utilizzato da Scout ed esploratori, che ci sarebbe servito per muoverci facilmente lungo i percorsi evitando inconvenienti da Trolley come ribaltamenti mentre si traina il carico o eccessivo peso concentrato su di un braccio. Un borsone a spalla capiente permetteva di concentrare il necessario e trasportarlo con facilità. Anche se alla fine della nostra avventura le spalle stavano davvero malconce!
E aspettammo quei cinque mesi…

giovedì 2 dicembre 2010

Si.. viaggiare!


E’ strano quanto l’idea di viaggio possa attirarti, trasmetterti gioia, provocare sintomi fisici piacevoli come adrenalina in pancia che scatena una tempesta di brividi, corrono lungo la schiena, ti fanno tremare le gambe, mentre la tua mente distratta si trova sotto l’ombrellone di una spiaggia esotica, sotto un qualche monumento mondiale, sul primo aereo pronto a decollare. E mentre il ciclone emotivo guada il tuo corpo, sul viso le labbra si schiudono delicatamente lasciando posto ad un sorriso. E gli occhi? Fissano punti remoti, proiettano capolavori della mente sullo sfondo, distratti da qualsiasi cosa attraversi loro.




Ventotene: aspettando il traghetto
 

Il sintomo da viaggiatore, che non voglio descrivere in tutte le sue precise misure, coglie il momento di massima dilatazione nell’occasione in cui il soggetto preso in oggetto comincia a manifestare non solo sintomi fisici, ma anche prodromi di cordialità verso una figura che non ha la stessa fortuna di viaggiare come lui. Frasi tipiche come "Che stati hai visitato?", "ma un viaggetto non te lo fai dopo gli esami?", "sai, trascorrerò un week-end a Londra .." divengono una scusa per manifestare la voglia di evadere dai propri spazi, di aprirsi verso luoghi inesplorati ma allo stesso tempo immaginati ed osservati su immagini e video dei più remoti siti Internet. Da quel momento la discussione sarà integramente concentrata sui propri interessi turistici. Se come viene supposto dal genere del gentil sesso che l’uomo, tratta solo discorsi relativi al 70% di donne e dei 30% restanti di calcio, non sa che siamo incredibilmente attratti dalla pazza idea di viaggiare! Sicuramente durante il viaggio saranno rispettate le percentuali citate precedentemente in alto .. in fondo siamo sempre uomini, al di là dei confini.




Partenza Berlino: Schoenefeld Airport
 

E così vai alla prima agenzia turistica, preventivo alla mano scegli la località che più ti ispira. Accetti pur di pagare poco l’albergo più disparato, purché non sia un tugurio da stalla Svizzera. "Abbiamo una bettola, con due lettini singoli, senza riscaldamento, senza bagno, ma con un ottima vista sul parcheggio dell’Hotel! mmm .. la prendiamo!!",, (Quella appena riportata è una delle frasi tipiche che si ascoltano). In questi anni di viaggio mi sono pentito diverse volte di aver scelto l’Hotel più economico. L’esperienza che mi ha traumatizzato maggiormente è stata a Parigi. Avevamo scelto di passare una nottata presso l’Hotel meno dispendioso tra tutti quelli elencati su un sito Internet. Esso era sito nel quartiere etnico della capitale francese, nei pressi della fermata metropolitana di Barbes-Rochechuart. Innanzitutto siamo stati circa mezzora a ricercarlo nel suo indirizzo, cartina alla mano, scrutando scritte di Hotel e numeri civici. Era difficile ritrovarlo in quanto la sua locazione era fra due palazzi ottocenteschi, ricavato nel loro spazio intermedio. Denunciato in facciata da una piccola insegna e da un portone vetroriflettente, pesante e cigolante, non aveva l’aria del posto che immaginavo nella mia testa, ma gli aromi sprigionati dal negozio di baguette al suo fianco, mi davano la certezza a me sarebbe piaciuto. Pensavo, ancora attonito a fissare l’ingresso, a risvegliarmi la mattina con l’odore di pane caldo e cantori parigini che intonavano musiche con le loro chitarrine, mentre il sole entrando dalla finestra mi avrebbe dato il buonrisveglio.
Questa supposizione crollava mentre salivo con la mia valigia da 15 kg tondi sulla tromba delle scale posta dinanzi all’ingresso. La Hall dell’Hotel era al secondo piano. Le scale sicuramente antiche, strette e dai gradini molto sottili. La mia valigia sbandava da una parte all’altra del muro, dipinto in tinta verdastra segnato da numerevoli graffi dovuti a valigie come la mia e da persone distratte proprio come me! La ringhiera in ferro, colmava in un passamano in legno liscio. La cosa che mi lasciava a desiderare era che i pianerottoli e le stesse scale pendevano verso l’interno della tromba (delle scale).
Arrivati nella Hall, con la Valigia ribaltata e con il fiatone da corsa campestre, scrutavamo lo stanzone nella quale era stato ricavato uno spazio di riservo con divani che sembravan esser stati colti da spazzatura ed una piccola vetrata che si affacciava sul Boulevard. Accolti nel migliore dei modi con il proprietario dell’Albergo dalla carnagione mulatta, che era nell’intento di compiere un azione quotidiana, irrisoria e non adatta alla circostanza: si lavava i denti nel bancone di Ingresso! La mia faccia era simile a quello Smile di Msn duepunti O! La speranza di avere una stanza che non fosse stata un tugurio, svaniva in quell’istante.
Chiavi in mano la trovammo due piani più in alto. La porta di ingresso era una semplice in legno che possiamo trovare in una comune casa. Entrati lo scenario: monolocale 3m x 4m, Letto matrimoniale, con cuscino unico, attaccato all’armadio, lavabo e scrivania tarlata. Una finestrella con vista tetto faceva filtrare qualche raggio di sole. L’espressione mia facciale non era più descrivibile! Eppure la ricordo con gioia, anche perché porto Parigi sempre nel cuore. Di questo albergo non potrò mai dimenticare la nottata. In due nel letto matrimoniale, ci ritrovavamo a scontrarci in piena notte! Il motivo? Ricordate quando dicevo che la tromba delle scale era in pendenza? Bhé ho capito che tutto l’Hotel pendeva. Il letto matrimoniale seguendo la direttrice del declivio ci faceva scontrare nella notte. Dalla nostra stanza si udivano passi derivanti da flussi di persone che andavano da una parte all’altra del corridoio e file di ragazzi, quasi tutti di colore, che aspettavano il loro turno per passare una squallida ed effimera mezzora di sesso con prostitute. Ma alla fin fine basta avere un tetto sotto la quale dormire.